Francesco Cordella
2008-12-26 13:56:23 UTC
All’inizio ti spiazza: grafica in bianco e nero, personaggi che
sembrano pupazzi. Poi, presto, ti accorgi che queste sono
caratteristiche di un capolavoro: The Lost Crown. Se ci penso, non mi
viene in mente un’avventura grafica migliore: dunque sì, The Lost
Crown la considero la migliore avventura grafica di sempre.
La realizzazione – sceneggiatura, sviluppo, produzione – spetta tutta
a una sola persona: l’inglese Jonathan Boakes, ex cuoco di sushi e
sashimi, ex grafico pubblicitario che in una notte del novembre 2001
concepì il suo primo gioco: Dark Fall, seguito da Dark Fall II, due
avventure in prima persona in cui il protagonista è alle prese con
fenomeni paranormali, fantasmi, sedute spiritiche.
The Lost Crown è dello stesso genere: un horror, con risvolti da
detective story, che fa davvero paura. Mai un’avventura mi aveva
“spaventato” come può fare, diciamo, un film come Profondo Rosso. Quel
genere di sensazione che ti fa andare a dormire col timore di avere un
incubo, che ti fa guardare attorno, nella stanza, col timore di vedere
un fantasma, che ti spinge a giocare con le luci accese o in
compagnia. The Lost Crown fa venire i brividi per i suoni, le
immagini, l’atmosfera. E appassiona, perché è anche un ottimo gioco.
Il che dimostra definitivamente che se ci sono le idee, e se c’è una
buona storia, anche un uomo solo, come Jonathan Boakes, può creare un
grande gioco. Non servono mega produzioni milionarie, dove spesso
l’intervento di troppe persone fa più male che bene. Boakes ama
lavorare da solo, nella sua casa in Cornovaglia, perché crede nella
forza dell’autonomia.
CONTINUA su www.avventuretestuali.com
sembrano pupazzi. Poi, presto, ti accorgi che queste sono
caratteristiche di un capolavoro: The Lost Crown. Se ci penso, non mi
viene in mente un’avventura grafica migliore: dunque sì, The Lost
Crown la considero la migliore avventura grafica di sempre.
La realizzazione – sceneggiatura, sviluppo, produzione – spetta tutta
a una sola persona: l’inglese Jonathan Boakes, ex cuoco di sushi e
sashimi, ex grafico pubblicitario che in una notte del novembre 2001
concepì il suo primo gioco: Dark Fall, seguito da Dark Fall II, due
avventure in prima persona in cui il protagonista è alle prese con
fenomeni paranormali, fantasmi, sedute spiritiche.
The Lost Crown è dello stesso genere: un horror, con risvolti da
detective story, che fa davvero paura. Mai un’avventura mi aveva
“spaventato” come può fare, diciamo, un film come Profondo Rosso. Quel
genere di sensazione che ti fa andare a dormire col timore di avere un
incubo, che ti fa guardare attorno, nella stanza, col timore di vedere
un fantasma, che ti spinge a giocare con le luci accese o in
compagnia. The Lost Crown fa venire i brividi per i suoni, le
immagini, l’atmosfera. E appassiona, perché è anche un ottimo gioco.
Il che dimostra definitivamente che se ci sono le idee, e se c’è una
buona storia, anche un uomo solo, come Jonathan Boakes, può creare un
grande gioco. Non servono mega produzioni milionarie, dove spesso
l’intervento di troppe persone fa più male che bene. Boakes ama
lavorare da solo, nella sua casa in Cornovaglia, perché crede nella
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